Solo il 22% delle mPMI acquista servizi esterni ad alto contenuto strategico, mentre sarebbe auspicabile un monitoraggio continuo dell'azienda, onere troppo spesso demandato al fiscalista, il cui mestiere è un altro!
Questa scelta ostacola le imprese nel definire e realizzare adeguate strategie di sviluppo.
All'interno delle aziende italiane il terziario direzionale e strategico pesa solo per un 4%, mentre negli altri Paesi Industrializzati si ha una percentuale media dell'8%.
L'imprenditore italiano cerca col proprio impegno diretto di compensare tale gap, ma i risultati non possono mai essere veramente soddisfacenti.
Le mPMI che mediamente sostengono investimenti innovativi sono solo il 23%, mentre la propensione innovativa delle Grandi imprese si attesta sul 49%. La mancanza di capacità innovativa porta ad una perdita di quote di mercato a favore dei competitors
maggiormente innovativi. Non può bastare quale fattore compensativo l'attitudine imitativa verso i prodotti di successo rivendibili sul mercato.
Le mPMI sono esportatrici abituali nel 14% dei casi, sono esportatrici occasionali nel 35% dei casi e non esportatrici nel 51% dei casi. Quale fattore compensativo si cerca di innalzare le vendite in ambito locale a scapito delle altre piccole imprese vicine, limando i margini di profitto attesi. La conseguenza è che le aziende soffrono per l'alto tasso di competizione che si realizza in ambito locale e rimangono succubi delle congiunture interne, non riuscendo a sopperire con sbocchi esterni ai cicli economici negativi che periodicamente si presentano.
Lo Studio FASI, attraverso le proprie Consulenze ad elevato valore aggiunto, contribuisce a rendere le mPMI italiane più competitive e gli Enti Pubblici più efficienti.
È una missione difficile ed affascinante su cui tutto il team dello Studio FASI è concentrato dal 1981, con risultati al di sopra delle aspettative.